MALANCA TESTAROSSA STORIA DI UN MITO

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Si ringraziono i Signori  Rino Ricchi, Andrea Pilon, Renato Leardini  per avere fornito la consulenza necessaria per la redazione della presente pagina oltre che  il materiale fotografico relativo alle moto facenti parte della loro collezione

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Il Malanca Testarossa è l'ultima evoluzione degli stesini Malanca, quando ormai sul mercato e nel cuore dei giovani motociclisti cominciavano a prendere piede i "Tuboni". Nicki, Sprint e Compezione le principali realizzazioni con le quali la Malanca aveva conteso il fiorente mercato anni 60 ad altri prestigiosi Marchi del settore. Ma sin da subito con il TestaRossa si punta alto. Il telaio  prodotto dalla Daspa integra la migliore  tecnologia del tempo, e si ispira alle migliori realizzazione della concorrenza.

Alla studio di questo nuovo progetto collaboreranno tra i migliori tecnici e collaudatori, si a che operassero alla linea per la produzione di serie che alla squadra corse, nelle quali la Malanca era al tempo seriamente impegnata.

Si segnalano al riguardo: Renato Belletti (collaudatore), Marcello Vegetti (motorista), Giuliano Mazzini (progettista).

Tra gli aspetti  distintivi del modello TestaRossa, occorre considerare la denominazione suggerita a Mario Malanca dall'ingegner Galvani in organico  alla Malanca dopo esperienze maturare in Ferrari, oltre che alla particolare leva del cambio. Frutto quest'ultima di quello che potrebbe oggi  definirsi un  equivoco. Stavano infatti il collaudatore Belletti ed il capofficina Gerardo discutendo sulla cattiva funzionalità della leva a bilancere sino ad allora in uso sugli stesini che non consentiva un'agevole uso del cambio. Provvide quindi il capofficina a tagliare la leva e a piegarla a caldo in modo da ottenerne la particolare conformazione, ciò al fine di consentire al collaudatore di testarne l'efficace. L'esito si rivelò positivo e visto che si era ormai al termine della giornata lavorativa i due tecnici decisero di sospendere i lavori per proseguierli all'indomani con la sagomatura definitiva della nuova leva del cambio. Visto che il modello allora attenuto serviva solo a rilevare la giusta posizione e lunghezza della stessa. Ma al mattino seguente di buon'ora Mario Malanca si recò in officina per verificare il preseguo dei lavori relativi al nuovo progetto, e vedendo la leva del cambio così come realizzata il giorno prima dai suoi due tecnici ne rimase favorevolmente impressionato e non considerandola ciò che nella reatà era, un semplice prototito a fini di studio, ne commissionò il giorno stesso la realizzazione ad un fornitore esterno. Al loro arrivo in azienda i due tecnici con loro sorpresa ricevettero da Mario Malanca i complimenti il buon lavoro fatto. 

Il motore è frutto di uno studio interno, ed evolverà in due versioni a 4 e 5 marce sino al 74. Per la  versione a 5 marce era stato progettato un moderno ed evoluto cilindro a n.3 travasi, studiato da Giuliano Mazzini. Portroppo questo componente non venne mai realizzato, al contrario del carter destinato ad accoglierlo che venne quindi poi equipaggiato con gli ordinari cilindri a due travasi. 

Il propulsone espresse una notevole potenza che porterà il TestaRossa ai vertici della categoria. A ciò giovò sicuramente la messa a punto effettuata al banco nello stesso reparto corse che curava la realizzazione delle moto da gara.  Vi saranno comunque alcuni difetti di giuventù che affliggeranno la produzione iniziale.

In particolare il nuovo motore a 5 marce completamente diverso al precedente 4 marce ebbe un nuovo carter motore che nonostante fosse di maggiori dimensioni non si dimostrò in grado di accogliere adeguatamente il nuovo cambio a 5 velocità. Si risolse il problema riducendo la sezione degli ingranaggi del cambio e realizzandoli in acciao trattato in modo da irrobustirne la struttura, compensandone così la minore sezione. L'esito non fù però quello sperato. Infatti il cambio così realizzato si rivelò nell'uso ancor più fragile come fosse vetrificato. Si ritornò quindi ai consueti materiali. Furono relizzati circa 150/200 pezzi di questo componente rivelatosi poi inaffidabile.

Sempre legata al cambio altra problematica emerse dalle forchette dello stesso che relizzate internamente mediante stampaggio, furono in seguito abbandonate per passare ad una produzione esterna più efficente e  realizzata tramite fusione.

Modifiche avvennero anche alle luci dei travasi del cilindro, inizialmente circolari assunsero poi una forma rettangolare. Questo aggiornamento portò ad una migliore combusione della miscela.

Internamente al carter venne poi realizzato un ingranaggio avente funzione di supporto alla lubrificazione del cambio rivelatasi carente con conseguente danneggiamento in alcuni casi delle forchette. Inizialmente realizzato in metallo ne venne poi adottato uno in plastica.

Elemento critico che non conoscerà mai completa soluzione sarà la frizione dimostratasi sempre inadeguata alle esuberanti prestazioni del motore.

 

Qualche carenza la si può inoltre  rilevare in alcuni componenti quali i comandi e le leve in lamiera sampata della Domino oltre che alle forcelle che dal 70 al 73 saranno telescopiche "a grasso", molto meno efficienti nella guida di quelle idrauliche montate nel modelli anni 1969 e successivamente dal 1974. Inoltre i freni dalla seconda metà del 69 al 73 saranno di produzione Malanca e di modesta efficacia specialmente se sollecitati. Solo la prima produzione realizzata ad inizio 1969 monterà dei mozzi Grimeca dotati di un sistema a coni e sfere poi rivelatosi inaffidabile e pericoloso, e quindi sostituito da un sistema a cuscinetti.

Queste carenze nelle componentistica sono parzialmente giustificate dal prezzo estremamente popolare e competitivo che il modello TestaRossa manterra sul mercato per tutto il corso delle asua commercializzazione.

 

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Malanca Testarossa

  • Malanca Testa Rossa 4 Marce 1969
  • Malanca Testa Rossa 4 Marce 1969
  • Malanca Testa Rossa 4 Marce anno 1972
  • Malanca Testa Rossa 4 Marce anno 1972
  • Malanca Testa Rossa 4 Marce anno 1972
  • Malanca Testa Rossa 4 Marce anno 1972
  • Malanca Testa Rossa 4 Marce anno 1972
  • Malanca Testa Rossa 4 Marce anno 1972
  • Malanca Testa Rossa 4 Marce Salone di Milano anno 1969 (foto bianco/nero)
  • Malanca Testa Rossa 4 Marce Anno 1969
  • Malanca Testa Rossa 4 Marce anno 1969
  • Malanca Testa Rossa 4 Marce anno 1970
  • Malanca Testa Rossa 4 Marce anno 1970
  • Malanca Testa Rossa 5 Marce Anno 1970
  • Malanca Testa Rossa 5 Marce Anno 1970
  • Malanca Testa Rossa 5 Marce Anno 1970
  • Malanca Testa Rossa 5 Marce Anno 1972
  • Malanca Testa Rossa 5 Marce Anno 1972
  • Malanca Testa Rossa 5 Marce Anno 1972
  • Malanca Testa Rossa 5 Marce Anno 1974
  • Malanca Testa Rossa 5 Marce Anno 1974
  • Malanca Testa Rossa 5 Marce Anno 1974
  • Malanca Testa Rossa 4 Marce Anno 1976
  • Malanca Testa Rossa 4 Marce Anno 1976
  • Malanca Testa Rossa 4 Marce Anno 1976
  • Blocco Malanca Testa Rossa cod.3a4
  • Blocco Malanca Testa Rossa cod.3a4
  • Blocco Malanca Testa Rossa cod 3a4
  • Blocco Malanca Testa Rossa cod.3a4

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MALANCA TESTA ROSSA EVOLUZIONE DI UN MITO

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Primo modello presentato fine 1968

In evidenza: la parte finale del telaio in corrispondenza del sellino risulta essere imbullonato al resto della struttura per il tramite appunti di n. 2 bulloni. Monta inoltre un carburatore del 19 dell’Orto. C’è chi sostine che un ridotto numero di esemplari sia stato comunque assemblato per la vendita, ma ad oggi pare non ne siano rimaste tracce, solo supposizioni. Non mi stupirebbe non fosse questo modello null’altro che un manichino allestito per delle foto pubblicitarie 

In evidenza: Mozzo Grimeca con finta presa d’aria effettivamente montato sulle primissime versione di Malanca Testa Rossa nel corso dei primi mesi del 1969

MODELLO ANNO 1969 PRESENTATO AL SALONE DI MILANO

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Il modello in questa configurazione non risulta essere stato commercializzato.La versione posta in vendita era infatti priva del particolare freno anteriore ventilato ma per il resto identica

  • TS 1969 Salone di Milano
  • TS 1969 Salone di Milano

In Evidenza:

1) Freno Anteriore Ventilato - 2) Faro Anteriore con clacson integrato con parte superiore cromata.
 - 3) Bobina: ad olio - 4) Forcella: Idraulica non marchiata ma estremamente simile o comuque di derivazione Arces Ceriani - 5) Telaio: Telaio culla stretta - 6) Travetti di sostegno parte posteriore del telaio: di sezione minore rispetto al resto del telaio - 7) Restringimento parte finale forcelle - 8) Il particolare tipo di freno anteriore (relativo al modello presentato marca Bernardi) - 9)  Il faro con clacson integrato - 10) Serbatoio tricolore verniciato - 11) Carter classico a goccia - 12) Il faro posteriore Aprilia - 13) Sellino privo di rostro di marca Larm - 14) Ammortizzatori Sebac - 15) Il telaio nella parte finale rettilinea e definita a coda bassa - 16) Il particolare faro di colore nero e  cromato con clacson integrato di marca Aprilia - 17) Il particolare tipo di freno con raffreddamento  di marca Bernardi su imitazione delle ganasce Italjet - 18) Il restringimento della parte finale della forcella - 19) Piastra forcella in lamiera stampata di probabile fabbricazione Arces

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MODELLO 4 MARCE ANNO 1969 

  • Modello 4 marce anno 1969
  • Modello 4 marce anno 1969

In evidenza:

 1) Il faro nero ottogonale di Marca Aprilia privo di clacson mod 95 G.F. - 2) la particolare pedalina del cambio - 3) Freno anteriore di fabbricazione interna Malanca - 4) Carter laterali a goccia - 5)Le forcelle prive di restringimento non piu idrauliche di probabile derivazione o fabbricazione Arces, ma ora della Spisni e Franzoni, a molla ingrassate. - 6)Devioluci Aprilia - 7)Leve in lamiera stampata domino - 8)Tricolore verniciato sul serbatoio -9) Piastra forcella allumionio marca Spisni Franzoni - 10)La testata verniciata di rosso - 11)I traversini laterali di minori dimensioni rispetto al telaio - 12) Il logo prima serie richiamante le vittorie campionato italiano anni 68/69 - 13) Il carburatore 20 UB 20 S di marca Dall’Orto - 14)La bobina a olio - 15) Il gancio della sella, nelle prime versioni sino al 70 aveva la parte ricurva rivolta verso la sella, le successive non avranno più la curvatura ma saranno lineari - 16) Ammortizzatore posteriore marca Sebac - 17) Paracatena in lamiera verniciata  - 18)  Mozzo posteriore di fabbricazione interna - 19) Marmitta CBA - 20) Cerchio Pensi Torino oppure Maccari Extra - 21) Corona a 35 denti, pignone 13 denti - 22) Fanalino posteriore Marca Aprilia - 23)Telaio a coda bassa 
 

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MODELLO 5 MARCE ANNO 1970

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  • Testa Rossa 5 marce mod.1970
  • Testa Rossa 5 marce mod.1970

In evidenza :

1)Telaio con traversini anteriori di rinforzo interni al telaio - 2) Sellino rostrato - 3) Nuovo motore 5 velocità - 4) Nuovo Faro bicolore con clacson integrato - 6)Grafica sul serbatoio con sfondo bianco serbatoio sempre con tricolore verniciato, tale tipo di grafica cambierà dal 1971 mutando lo sfondo in nero. - 7) Carburatore 20 UB 20 S marca dall’Orto - 8) Piastra forcella in alluminio Spisni e Franzoni
 - 9)Comando luci e clacson di marca Aprilia - 10) Il diverso tipo di fermo per la sella privo di curvatura - 11) Il telaio a coda bassa - 12) Il gancio fermasella privo di curvatura rivolta verso il lato sella

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MALANCA TESTA ROSSA 5 MARCE ANNO 1972

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  • Testa Rossa 5 marce mod. 1972
  • Testa Rossa 5 marce mod.1972

In evidenza:

1)Scritta « Malanca in nero» - 2)Faro bicolore privo di clacson  - 3)Rinforzi laterali posteriori della stessa dimensione del telaio 
 

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MALANCA TESTA ROSSA 5 MARCE MODELLO 1973

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  • TS mod.5 Marce mod.1973
  • TS mod.5 Marce mod. 1973

In evidenza:

1)Telaio con rialzo posteriore all’altezza del sellino definito a coda alta - 2)Fanale anteriore nero rettangolare - 3)Motore con nuova versione del cilindro maggiormente alettata e borchia sul carter lato frizione - 4) Carter paracatena in acciaio inox - 5 )Il nuovo logo richiamente le vittorie della 125 - 6) La bobina non più a olio ma elettronica - 7) Faro posteriore sempre Aprilia ma di diversa forma - 8) La forcella sempre meccanica a grasso - 9) Il tricolore sul serbatoio non piu verniciato ma realizzato tramite adesivo - 10) Piastra forcella Spisni e Franzoni -  10) Rinforzi anteriori interni al telaio - 11) Scudetto Malanca richiamante le vittorie del 125 - 12) Nuovo motore con cilindro di maggiore alettatura e borchia di ispezione sul carter laterale lato destro - 13) Carburatore UB 20 S ormai previsto solo  per l’esportazione. In Italia si montava il 14 - 14) Freno anteriore di marca Malanca - 

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MALANCA TESTA ROSSA 4 MARCE MODELLO ANNI 1974/1976

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  • TR. 4 MARCE MODELLO 1974/76
  • TR. 4 MARCE MODELLO 1974/76

In evidenza:

1)Forcelle idrauliche della Spisni e Franzoni (finalmente) - 2) Nuovo motore a 4 marce con nuova testata sul cilindro standard 4 marce - 3) Nuovo modello di Faro Aprilia con clacson integrato - 
4) Telaio a coda alta - 5) Freni in alluminio della Grimeca - 6) Nuova testata radiale per il motore 4 Marce - 7) Carburatore UB 20 S per modello esportazione  - 8) Nuovo logo sul Bauletto porta oggetti - 9) Carter catena in lamiera cromata - 10) Telaio coda alta - 11) Lume Aprilia
 

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ANALISI DETTAGLIATA DEL MODELLO "MALANCA TESTA ROSSA"

 

MODELLO ANNO 1969

Considerazioni Generali : Occorre risalire al giugno 1969 per ritrovare nel listino Malanca un modello denominato “Testa Rossa”.

Ciò anche se un primo utilizzo del termine “Testa Rossa” risale almeno al   1967 ed è abbinato al modello competizione. Facendo infatti riferimento al n.1 di Motociclismo anno 1966 e più precisamente a pag 62 in relazione ad un articolo sul  motosalone del Dicembre 1965 proprio in una delle foto   dedicate allo stand Malanca  e  mi riferisco a quella posta a centro pagina, osservando attentamente sullo sfondo della stessa si intravvede la dicitura “competizione 4 marce testa rossa”.

Comunque il testa rossa non nasce come semplice e diretta evoluzione del competizione,  pur  conservandone  almeno nella prima versione lo stesso motore a n.4 marce.

Il Malanca Testa Rossa va al contrario considerato una moto nuova con una sua precisa identità.

Nel 1969 anno di prima commercializzazione del  nuovo modello  si affiancheranno probabilmente due versioni entrambe denominate  “Testa Rossa”, che si distingueranno nella colorazione del serbatoio nella conformazione del  telaio oltre che nel carburatore.

ANALISI DETTAGLIATA DEL MODELLO 

 Motore : già di produzione Malanca aveva il cambio a 4 marce, carburatore UB 19 S (solo prima serie del 69), la testa veniva verniciata di rosso (sicuramente nella seconda versione 69) direttamente  in sede dalla Malanca. Per la primissima versione commercializzata all’inizio  del 69 ma al riguardo non si hanno certezze, pare  siano stati prodotti almeno inizialmente  modelli privi delle caratteristica colorazione rossa alla testata.

Occorre in ogni caso precisare che la verniciatura rossa della testata caratterizzò solo i 4 marce.

Il mod.69 (sia prima che seconda serie) montava una testata classica con alettatura rialzata, marchiatura “Malanca” nella parte nascosta che poggiava al cilindro e visibile solo smontando la testata stessa.. Altra caratteristica della testata stava nell’avere il cielo con la classica forma a “berretto di fantino”. Vale per tutti i 4 marce non sarà riportata sui modelli con testata radiale a 5 marce.

Carter laterali: i classi a goccia del periodo.

Carter centrali: mantenevano la caratteristica gobba del modello “Tre Marce” ed in origine necessaria a contenere il perno del cambio per le  tre marce.

L'albero motore girava su n. 2 cuscinetti di banco.

Vi saranno nel tempo due tipi di cilindro con diversa disposizione dei prigionieri.

Comunque questa ultima considerazione varrà solo per i 5 marce non sicuramente per i n 4 rapporti

Inoltre i cilindri avranno tre tipologie di conformazione interna delle luci.

Carburatore: per la prima versione era previsto il 19 dell’Orto, mentre per la seconda versione sempre del 69 si passava al 20

 Telaio: la prima serie poteva definirsi “A Culla Stretta” non avendo ancora subito la modifica resasi necessaria per ospitare il nuovo motore 5 Marce. Questo telaio “A Culla Corta o Stretta” era in un primo tempo privo di “Silent Block” sul supporto anteriore del motore. Per i due attacchi posti posteriormente erano invece sin da subito  previsti i silent  block.

Nel corso del 1969 comunque la produzione si uniformerà e anche l’ancoraggio anteriore sarà dotato di silent block.

Altra caratteristica da evidenziarsi è legata ai tubetti di rinforzo al telaio posti lateralmente nella parte anteriore dello stesso che risultavano essere di un diametro inferiore rispetto a quanto previsto per il resto della struttura . A loro volta i  tubetti di rinforzo laterali posteriori avranno una misura di 16 mm per i modelli  69/70, mentre per le successive versioni si uniformeranno  al resto del telaio raggiungendo quindi i  20mm. La misura di 16 mm per i tubetti di rinforzo anteriori sarà invece mantenuta invariata per tutto l’evolversi dei modelli sino al termine della produzione.

 I telai furono realizzati  dalla Daspa. Stando ad un’immagine pubblicitaria del periodo fine 68 primi 69  la parte finale del telaio in corrispondenza al sellino risultava assicurata allo stesso per il  tramite di  due bulloni, esattamente come nel competizione.  Se questa caratteristica sia poi stata riportata nella produzione di serie non vi sono certezze e ad ogni modo avrebbe riguardato  un esiguo numero di esemplari. Vi è però un’alta probabilità che si tratti solo di un modello allestito a fini pubblicitari e che non abbia mai avuto seguito nella successiva produzione di serie.

Sellino: struttura portante metallica con finale piatto arrotondato di marca Larm

Forcella : idraulica a doppio effetto modello Arces (Ceriani).

La forcella nella prima versione era cilindrica ed a circa 9 cm dal mozzo si restringeva.

Questo particolare aspetto riguarderà solo la prima versione, nelle successive diventerà una ordinaria telescopica senza restringimenti ( da fine 69).

Piastra in lamiera stampata e verniciata di nero probabilmente Arces

Ammortizzatori : modelli Sebac (non risultano sempre però marchiati)

Parafanghi : acciaio inox

Comandi : comandi erano della Domino in lamiera stampata,. Per i semimanubri marca sia Verlicchi che Cuppini, mentre i comandi elettrici erano Aprilia come l’impianto elettrico.

Ruote : anteriore e posteriore 2,25 x 18 – 36 raggi ed il cerchio misurava 4,5 cm di larghezza. Erano forniti dalla Pensi Torino o dalla Maccari Extra

Gomme anteriore 2,25 x 18 e posteriore 2,25 x 18 di marca Ceat (sul primo modello del 69) L'anteriore rigata e la posteriore a quadratini tassellata.

Fanali: anteriore lo stesso del competizione, marca Aprilia nero di forma ottogonale.per il fanale posteriore un modello di marca  Aprilia

Freni e Mozzi: i primi due modelli montavano ceppi  in alluminio con finta presa dell'aria di marca Grimeca dotati di coni e sfere senza cuscinetto. Si dimostrarono però pericolosamente  soggetti a rotture in caso di allentamento del controcono e vennero nelle successive versioni sostituiti con più adeguate soluzioni a cuscinetto

In occasione del Salone di Milano del dicembre 1969 : venne allestita una particolare versione montante un freno anteriore di marca Bernardi a doppia ganascia ventilato.

Come però talvolta avveniva alla presentazione di un nuovo modello non ne seguiva poi necessariamente la messa in produzione  in identico allestimento. E di questo tipo di freno si persero infatti le tracce nella successiva industrializzazione del modello.

Paracatena : lamiera stampata verniciata nero come il telaio

Colorazione e grafica : disponibile solo nella versione telaio nero e serbatoio rosso.

Prezzo anno 1969: 122.000 Lire

 

SECONDA VERSIONE TESTA ROSSA ANNO 1969:

Per questa seconda versione occorre fare riferimento alla produzione realizzata nella seconda parte del 1969: questa versione e le successive identificheranno il marchio Malanca con le competizioni, richiamando direttamente la 60 cc preparata nel 1969 da Ermanno degli Esposti e risultata vittoriosa con piloti del calibro di Buscherini.

Caratteristiche della Seconda Versione 1969 : rispetto al primo modello 1969 questa seconda versione montava un carburatore UB 20 S con cornetto corto, il motore restava il 4 marce.

Il telaio risulta ormai essere  anche nella parte finale un tutt’uno con il resto della struttura e non più imbullonato.

Ammesso e concesso  che il telaio con la parte  posteriore  imbullonata sia mai poi esistito Infatti vi è  un’alta probabilità che il telaio realizzato per i modelli commercializzati sia sempre stato in un pezzo unico e quindi senza parti imbullonate.

 Nella attuale conformazione sarà definito a “Coda Bassa”.

Sempre nel corso del 1969 apparirà per la prima volta la colorazione “Tricolore” direttamente verniciata sul serbatoio bianco in omaggio alle vittorie ottenute nello stesso anno dalla moto realizzata da Ermanno Degli Esposti.

Per il resto delle componenti le due versioni restano identiche

Freni: alla prima versione: di marca Grimeca subentrano dei freni di produzione propria Malanca, anche se di prestazioni inferiori.

Colorazioni e Grafiche: serbatoio bianco con tricolore,oltre che livree amaranto, arancio e blu. Mentre sul bauletto portadocumenti scudetto cinto di alloro richiamante le recenti vittorie. Scudetto cinto di alloro con la dicitura  “Campione d'Italia 60 cc 1968  1969”

Rapporti : dietro corona 35 e pignone 12/13

Marmitta : CBA

Omologazione : per il mod. 69 non era  prevista alcuna indicazione in merito all’omologazione , mentre la codifica interna della Malanca risultava incisa sul canotto dello sterzo  e poteva sia indicare la sigla “3MS- seguita dal numero telaio” oppure in alternativa “4MS sempre seguita dal numero del telaio”.

Prezzo anno 1969: 122.000 lire

 

MODELLO ANNO 1970

Considerazioni Generali : nel 1970 la Malanca lega definitivamente al “Testa Rossa” il ritorno di immagine derivante dalle vittorie ottenute nella classe 60 cc con la moto preparata da Ermanno degli Esposti e manterrà questa connotazione nelle successive varianti sino al termine della produzione nella seconda parte degli anni 70.

In questa ottica la moto subisce una serie di importanti rivisitazioni che vanno dal motore al telaio  alla componentistica. Nascerà infatti il “il 5 Marce”, anche se il 4 marce resterà in produzione affiancando la nuova versione, sino al  78 , quando ne terminerà la commercializzazione.

ANALISI DETTAGLIATA DEL MODELLO

Motore : al “4 Marce” si affianca la nuova versione a “5 Marce”. Questo nuovo motore avrà una testata radiale con estesa alettatura, non più verniciata di rosso. Inoltre questo nuovo motore sempre di produzione Malanca verrà dotato di nuovi carter laterali alettati. Per la precisione in questa prima versione del “5 Marce”, si avrà sul lato sinistro un carter esterno piatto alettato, mentre sul lato destro il carter sarà dotato in corrispondenza della frizione di un rilievo e di relativa alettatura.

Nel “5 Marce” i cuscinetti di banco diverranno tre, mentre il carter centrale circa in corrispondenza del carburatore acquisirà la predisposizione per un terzo travaso per il quale non fù mai però predisposto il relativo cilindro. Rimase come carburatore il 20 ma solo per l'esportazione, per il mercato nazionale  di serie si montava il 14.

Telaio : nasce il “Culla lunga” ossia un telaio “allungato” rispetto al precedente in grado di contenere il nuovo motore con la nuova testata radiale dall'ampia alettatura.

 Invertito e contrapposto rispetto ai posteriori  anche il verso dei tiranti laterali anteriori.

I tiranti anteriori che prima erano esterni ora saranno posti  internamente al telaio stesso.

 Mentre i tubi di rinforzo posteriori manteranno per il momento ancora una sezione di 16 mm e quindi inferiore al resto del telaio.

 Il telaio in questa versione sarà sempre  da ritenersi un coda bassa.

Sarà dotato di silent block anche al supporto anteriore del motore e  la colorazione resterà nera.

Dalla produzione 70 i silent bloc saranno regolarmente montati sia all’ancoraggio anteriore che al posteriore.

Sellino : dal 70 il sellino dovrà considerasi rostrato prodotto sia dalla Giuliari che dalla Nisa

Forcella : cambiano e vengono montate quelle telescopiche  “A Grasso”, marca Spisni e Franzoni, che comunque si mostreranno meno performanti di quelle idrauliche montate sui modelli precedenti.

Con queste nuove forcelle sul 5 Marce verranno anche montate delle nuove piastre in alluminio.

Ammortizzatori : marca Sebac  29 Cm su tutte le vesioni dal 69 al 78

Parafanghi : acciaio inox

Comandi : i tronchetti su tutti i modelli saranno dotati di una particolare chiusura alla forcella senza prolungamento del tronchetto stesso di produzione Verlicchi o Cuppini. Di marca Domino il comando gas e leve con selettore  luci e clacson di marca Aprilia.

Ruote : anteriore e posteriore 2,25 x 18 – 36 raggi ed il cerchio misurava 4,5 cm di larghezza.

Gomme anteriore 2,25 x 18 e posteriore 2,25 x 18 di marca Michelin Rapido sino al 78 . L'anteriore rigata e la posteriore a quadratini tassellata. I cerchi erano forniti dalla Pensi Torino o dalla Maccari Extra

Fanali : di forma quadrata sempre marca Aprilia parte superiore bianca o cromata con il clacson integrato nel lume. Fanale Posteriore Aprilia

Freni e Mozzi : dal modello 1970 i mozzi verranno prodotti internamente in lamiera stampata, per certi versi assimilabili ai Grimeca, dotati di portaceppo in alluminio e cuscinetti con perno passante

Paracatena : lamiera verniciata.

Colorazioni e grafiche : telaio nero e tricolore verniciato sul serbatoio, oltre che amaranto,  arancione e blu. Occorre fare attenzione  alla  scritta malanca posta sul serbatoio che avrà  ora l’interno bianco bordato di nero. Bauletto portadocumenti invariato rispetto al mod. 69, Scudetto cinto di alloro con la dicitura “Campione d'Italia 60 cc 1968  1969”

Rapporti Finali : come per il mod. 69 dietro corona 35 e pignone 12/13

 Marmitta : CBA

Omologazione :  non prevista , mentre per la codifica interna della Malanca sempre stampigliata sul canotto di sterzo vi era la sigla “4MS – seguita dal numero di telaio”

Prezzo anno 1970: modello 4 marce 130.000 lire, modello 5 marce 160.000

 

MODELLO ANNI 1971/72

Considerazioni Generali : il modello nato nel 1969 aveva ormai acquisito una sua maturità e da questa versione in avanti non vi saranno particolari stravolgimenti sino al termine della sua carriera.

Continuerà ad essere proposto nella versione a 4 o 5 marce.

ANALISI DETTAGLIATA DEL MODELLO

Motore: sempre in due versione a 4 o 5 velocità. Variano la posizione dei prigionieri dal 4 al 5 marce (già dal 70 alcuni modelli avevano comunque risentito  di questa modifica)

Telaio : non si segnalano variazione di sorta rispetto al modello 70.

 Quindi nella parte anteriore si confermerà a  “culla lunga”, mentre nella parte posteriore atta a supportare il sellino si manterrà ancora perfettamente orizzontale e  di conseguenza  da definirsi  “a coda bassa”.

Immutati anche i traversini di rinforzo anteriori e posteriori. La colorazione resterà nera

Sellino : rostrato prodotto sia dalla Giuliariche dalla Nisa

Forcella : nessuna variazione rispetto al modello 70. Forcelle a grasso telescopiche di marca Spisni e Franzoni. Piastra in alluminio

Ammortizzatori : nessuna variazione rispetto al modello 70 permangono i Sabac

Parafanghi : identici a quelli previsti per il modello 70 in acciaio inox

Comandi : come per il mod. 70. Di marca Domino con comando luci di marca Aprilia, semimanubri Verlicchi o in alternativa Cuppini

Ruote : come per il modello 70, pneumatici Michelin “Rapido” misure identiche. I cerchi erano forniti dalla Pensi Torino o dalla Maccari Extra

Fanali : faro Aprilia bianco o cromato senza più il clacson, fanale posterione sino al 72 sarà allungato trapezioidale

Freni e Mozzi : nessuna variazione rispetto al 70 realizzati internamente

Paracatena : come per il modello 70 in lamiera verniciata.

Colorazioni e grafiche : in luogo della verniciatura sul serbatoio verrà applicato un'adesivo tricolore.con scritta Malanca nera. Altre livree saranno arancio, blu, amaranto e in alcuni casi giallo. Bauletto portadocumenti invariato rispetto al mod. 69, Scudetto cinto di alloro con la dicitura “Campione d'Italia 60 cc 1968  1969”

Rapporti Finali : come per il mod. 69 dietro corona 35 e pignone 12/13

 Marmitta : CBA

Omologazione : non prevista, codifica interna sempre sul canotto 4MS- seguito dal numero di telaio

Prezzo: anno 1971 modello 4 marce 140.000 lire, modello 5 marce 165.000 - anno 1972 modello 4 marce 147.000 lire, modello 5 marce 170.000

 

MODELLO ANNO 1973

Considerazioni Generali : anche questa nuova versione presenterà alcuni affinamenti rispetto alle precedenti della quali conserverà comunque le caratteristiche principali. Variazioni avverranno comunque al telaio, alle colorazioni e alla termica.

ANALISI DETTAGLIATA DEL MODELLO

Motore : verrà montato un cilindro di maggiore alettatura mentre la testata resterà invariata

Sul lato destro in corrispondenza della frizione verrà posta sul carter una borchia tenuta in sede da due viti, ciò al fine di consentire ispezioni alla stessa.

Telaio: la parte finale in corrispondenza del sottosella sarà modificata con una piega verso l'alto, definito “telaio a coda alta”, sarà inoltre verniciato in grigio alluminio.

Sellino: rostrato prodotto dalla sia dalla Giuliari che dalla Nisa

Forcella : nessuna variazione rispetto al 70. Permangono le forcelle a grasso telescopiche di marca Spisni e Franzoni. Piastra in alluminio

Ammortizzatori : nessuna variazione rispetto al 70 restano i Sebac

Parafanghi : nessuna variazione rispetto al 70 sempre in acciaio inox

Comandi :nessuna variazione rispetto al 70, sempre Domino mentre per le luci i comandi sono Aprilia. Semimanubri Verlicchi o in alternativa Cuppini

Ruote : come per il modello 70, pneumatici Michelin “Rapido” misure identiche. I cerchi erano forniti dalla Pensi Torino o dalla Maccari Extra

Fanali : marca Aprilia identico al precedente ma con colorazione nera senza clacson e fanalino posteriore nuovo a forma squadrata

Freni e Mozzi  sempre produzione Malanca

Paracatena: in acciaio inox stampato

Colorazioni e grafiche :adesivo nero come nel 72 nei bauletti cambieranno i loghi . Scudetto Malanca : Mondiali 1973 125 cc, 1 G.P. Cecoslovacchia, 1 G.P. Finlandia, Campione d’Italia 50 cc . Le colorazione resteranno quelle del modello precedente

Rapporti Finali : come per il mod. 69 dietro corona 35 e pignone 12/13

Marmitta : CBA

Omologazione : non prevista, codifica interna Malanca  posta su di una plachetta applicata al canotto “ ETR – numero del telaio”

Prezzo : modello a 4 marce 178.000, modello a 5 marce 204.000

 

MODELLI ANNI 1974 – 79

Considerazioni Generali : il “Testa Rossa” è ormai arrivato alla sua fase conclusiva, si sta chiudendo un cilclo, quello degli “Stesini” e già se ne sta aprendo uno nuovo, sulle strade e nelle ambizioni dei quattordicenni stanno infatti sempre più prendendo piede i “tuboni”.

Il “Testa Rossa” dalla sua nascita a parte i primissimi modelli (1969- 1970) interessati da diverse modifiche non ha subito durante la sua lunga carriera sostanziali stravolgimenti, più che altro affinamenti.

Ed anche in queste ultime versione le novità saranno poche.

ANALISI DETTAGLIATA DEL MODELLO

Motore : unica novità in questi anni riguarderà il “ 4 Marce” sul quale verrà montata una nuova testata radiale, ma di conformazione arrotondata e di ridotta alettatura.

Telaio: nessuna variazione rispetto al 73

Sellino: rostrato produzione sia  Giuliari che Nisa

Forcella : si ritorna alla versione idraulica della Spisni e Franzoni. Piastra in alluminio

Ammortizzatori : nessuna variazione sempre Sebac,

Parafanghi : nessuna variazione rimangono in acciaio inox

Comandi : sempre Domino mentre per le luci i comandi permangono Aprilia, semimanubri Verlicchi o in alternativa Cuppini.

Ruote : come per il modello 70, pneumatici Michelin “Rapido” misure identiche. I cerchi erano forniti dalla Pensi Torino o dalla Maccari Extra

Fanali: Faro di forma rettangolare Aprilia, colore nero e con clacson integrato sotto al lume. Faro posteriore Aprilia

Freni e Mozzi : in alluminio di marca Grimeca

Paracatena : in lamiera stampata e cromata

Colorazione e grafiche : come nel 73 . Sul baletto nuovo logo circolare multicolore con la dicitura “ Malanca Campione d'Italia 1974 Classe 125”

 Rapporti Finali : come per il mod. 69 dietro corona 35 e pignone 12/13

Marmitta : CBA

Omologazione non prevista, codifica interna sul canotto “ Etr oppure Dtr seguiti dalla codifica del telaio”. La placchetta applicata al canotto di sterzo verrà meno nel corso del 1975, e i codici torneranno ad essere incisi direttamente sul canotto di sterzo

 

•         Prezzo : anno 1974 modello 4 marce 196.000, modello 5 marce 280.000 lire - anno 1975 modello 4 marce 222.000, modello 5 marce 280.000 - anno 1976 modello 4 marce 266.560, modello 5 marce 291.200 - anno 1977 modello 4 marce 343.750, modello 5 marce 364,500 -  anno 1978 modello 4 marce 390.00, modello 5 marce 415.000 – anno 1979 resterà a listino sino al mese di giugno 1979 con gli stessi prezzi del 1978.

 

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